Durante questo weekend oltre 20 mila persone sono state evacuate da Rodi, circa 7 mila di loro sono di origine italiana.
La Grecia sta lottando da più di una settimana con roghi ed incendi in varie aeree del Paese: le zone più colpite sono l’Attica, il Peloponneso ed alcune isole. Le fiamme più preoccupanti si sono viste a Rodi, Eubea e Corfù. Per il presidente greco Kyriakos Mitsotakis tutto questo è da attribuire alle attuali condizioni climatiche mentre, invece, per alcuni scienziati un po’ di responsabilità è da attribuire alla mancanza di prevenzione del governo.
Lo scorso weekend, oltre 20 mila persone sono state evacuate da Rodi, più di 7 mila sono di origine italiana. L’isola ha sofferto moltissimo gli incendi che sono diventati progressivamente più temibili a causa dell’innalzamento del vento. Quella di Rodi è stata “la più grande evacuazione causata da un incendio” in Grecia secondo il ministero del Cambiamento climatico e della protezione civile.
Responsabilità del governo?
La politica greca si sta dividendo sul tema: per l’opposizione la situazione attuale è sinonimo di scarsa preparazione da parte del governo, per il presidente è colpa del clima. “Tenendo conto delle sue dimensioni e della sua popolazione – ha commentato il direttore generale dell’Agenzia Nazionale per l’Ambiente e il Cambiamento climatico – la Grecia ha il numero di pompieri più alto al mondo. I pompieri non mancano, quel che manca sono pianificazione e organizzazione“.
Il Guardian ha calcolato che l’area colpita dagli incedi di questa estate è due volte e mezzo superiore a quella della media di questo periodo dell’anno. Ma ciò che preoccupa il governo è la conseguente diminuzione nei flussi turistici. La Grecia dovrà attendere fino al weekend per vedere le temperature segnate dai suoi termometri scendere: la speranza è che il minore calore contribuisca ad aiutare a spegnere i roghi.